Caldo e irritabilità: mente e cuore ne risentono
30/06/25

L’estate è spesso associata a relax e leggerezza, ma non tutti sanno che le alte temperature prolungate possono avere un impatto diretto e indiretto sul sistema cardiovascolare. Non solo per gli effetti termici sull’organismo, ma anche per le conseguenze psicofisiologiche che il caldo eccessivo porta con sé.
Dormire bene fa bene al cuore
Studi recenti hanno dimostrato che durante le ondate di calore si registra un aumento dell’irritabilità, della fatica cronica e dei disturbi del sonno. Questi fattori, spesso sottovalutati, sono sempre più riconosciuti come fattori di rischio emergenti per patologie cardiovascolari, anche nei soggetti apparentemente sani. La qualità del sonno, in particolare, ha un’influenza significativa sulla variabilità della frequenza cardiaca, sulla pressione arteriosa notturna e sul bilancio autonomico del cuore (denominato CAB).
In presenza di insonnia o sonno disturbato, si osserva un aumento dell’attivazione simpatica, che può contribuire nel tempo a elevare la pressione arteriosa e lo stato infiammatorio sistemico. A questo si aggiungono gli effetti dello stress termico: quando il corpo fatica a regolare la temperatura interna, si innesca un meccanismo di iperattivazione neurovegetativa, che può esacerbare sintomi come tachicardia, ansia, sudorazione e irrequietezza.
Caldo e irritabilità
Le alte temperature non stressano solo il corpo, ma anche il cervello. Il calore eccessivo può alterare l’equilibrio del sistema nervoso autonomo, ridurre la qualità del sonno e compromettere la capacità di concentrazione. Questo porta a una maggiore reattività emotiva e a una soglia più bassa di tolleranza agli stimoli. Inoltre, il corpo, già impegnato a regolare la temperatura interna, diventa meno efficiente nella gestione dello stress, favorendo stati di irritabilità, agitazione e ansia leggera.
Pertanto, anche la sfera emotiva gioca un ruolo rilevante: irritabilità e sbalzi d’umore frequenti, soprattutto in soggetti già vulnerabili, possono agire come amplificatori di comportamenti a rischio (fumo, inattività, scarsa aderenza terapeutica) e compromettere indirettamente la salute del cuore.
Per questi motivi, l’estate non va solo “sopportata”, ma gestita con intelligenza preventiva. Qualche semplice strategia: mantenere ambienti freschi e ventilati, evitare l’eccessiva esposizione solare, ritagliarsi momenti di calma reale, anche brevi, e regolarizzare il ritmo sonno-veglia. Anche un piccolo cambio di routine può contribuire a ridurre l’impatto dello stress psicofisico sul sistema cardiovascolare.
La prevenzione oggi non si limita più solo ai parametri clinici: la salute del cuore è strettamente legata al nostro equilibrio neuro-psico-emotivo, soprattutto nei periodi di stress ambientale come l’estate.