In cosa consiste il test genetico di Cvrisk-IT?
19/09/25

Le malattie cardiovascolari hanno origini complesse e dipendono sia da fattori legati allo stile di vita – come alimentazione, attività fisica, fumo o stress – sia dalla predisposizione genetica, cioè dall’insieme delle variazioni presenti nel nostro DNA che possono aumentare il rischio di ammalarsi. Per stimare questa predisposizione si utilizza il Polygenic Risk Score (PRS), un punteggio che tiene conto dell’effetto di centinaia di migliaia, o milioni, di piccole varianti genetiche. Infarto e ictus, infatti, non sono causati da un singolo gene, ma dal contributo combinato di molti fattori genetici e ambientali che, messi insieme, determinano la probabilità di sviluppare la malattia. Se partecipi allo studio CVrisk-IT, potresti avere la possibilità di effettuare questo test per valutare la predisposizione del tuo organismo alle malattie cardiovascolari.
Come avviene il test?
Il test viene eseguito analizzando il DNA estratto da un semplice prelievo di sangue. Questo DNA viene messo a contatto con speciali chip, chiamati microarray, capaci di riconoscere centinaia di migliaia, o addirittura milioni, di piccole variazioni genetiche distribuite in tutto il genoma e associate alle principali malattie cardiovascolari. In pratica, è come leggere una mappa fatta di tanti “segni” nel DNA che possono contribuire a definire il rischio di queste patologie.
Come si interpreta il test?
Il risultato del test è un punteggio, chiamato Polygenic Risk Score (PRS), il quale indica quanto una persona sia geneticamente predisposta a sviluppare una certa malattia (come quelle cardiovascolari) rispetto alla popolazione generale. In base al valore, si possono distinguere diverse fasce di rischio (basso/moderato, alto molto alto).

Una stima di rischio, non una diagnosi
Il PRS è uno strumento utile per conoscere la propria predisposizione genetica alle malattie cardiovascolari, anche prima che si manifestino sintomi. Integrando questo punteggio con gli altri fattori di rischio, il medico può programmare controlli più mirati, fornire indicazioni personalizzate sullo stile di vita – ad esempio in ambito nutrizionale o comportamentale – e valutare l’opportunità di avviare precocemente terapie preventive.
È però importante ricordare che il PRS non è una diagnosi né una previsione certa, ma una stima che va interpretata insieme a elementi come alimentazione, attività fisica, abitudini e ambiente. Proprio per questo, conoscere la propria predisposizione non deve generare allarme, ma diventare un’occasione per proteggere la salute, intervenendo nel momento giusto e con le misure preventive più adatte.