Curare il cuore fa bene anche al cervello

Un nuovo studio americano dimostra che la rigidità delle arterie può danneggiare le funzioni cognitive, in particolare la memoria. Lo si è visto nei pazienti anziani sottoposti dapprima alla misurazione nel plasma dei neurofilamenti a catena leggera (Nfl), un biomarcatore di danno delle fibre nervose utilizzato per monitorare le malattie neurodegenerative e le demenze. Nfl aumenta naturalmente con l’età ma livelli eccessivi indicano un invecchiamento cerebrale accelerato e un maggior rischio di declino cognitivo. In seguito, le stesse persone sono state avviate alla misurazione della velocità dell’onda di polso carotideo-femorale, che può segnalare una situazione di rigidità delle arterie.
 

Cervellocuore

Arterie rigide: più danni alle fibre nervose
I ricercatori hanno così verificato che una maggiore rigidità arteriosa era associata a prestazioni peggiori in specifiche aree del pensiero, tra cui la memoria episodica (ricordare eventi passati), la memoria di lavoro (trattenere e manipolare le informazioni) e la velocità di elaborazione (la velocità con cui il cervello elabora le informazioni). 
I partecipanti con maggiore rigidità arteriosa e livelli elevati di NfL hanno mostrato le associazioni più forti con le difficoltà di memoria. In questo gruppo, livelli più elevati di Nfl erano correlati a funzioni mnemoniche significativamente peggiori, suggerendo che le arterie rigide possano amplificare gli effetti del danno alle fibre nervose sulle funzioni cognitive. 
“Questi risultati – spiegano gli autori dello studio – rafforzano l’idea che l’invecchiamento cerebrale non sia solo segnalato dal danno delle fibre nervose, testimoniato dai biomarcatori Nfl, ma anche dallo stato di salute dei vasi sanguigni che irrorano il cervello”. In sostanza, sembra proprio che la rigidità delle arterie renda il nostro cervello più vulnerabile al danno.

Per passare alle vie di fatto
Quale lezione possiamo trarre da questa nuova indagine? Principalmente lo studio suggerisce che per preservare la memoria con l’avanzare dell’età dobbiamo coltivare la salute vascolare. Questo significa adottare tutte le misure preventive, iniziando dall’adozione di un corretto stile di vita, per ridurre i fattori di rischio cardiovascolare come il colesterolo alto e l’ipertensione.

Ipertensione a rischio demenza
A questo proposito, un altro studio recente realizzato in Corea del sud segnala che livelli pressori elevati (pressione sistolica pari a 120–139 mmHg o diastolica compresa tra 70 e 89 mmHg) e l’ipertensione  (valori maggiori di 140/90 mmHg) sono associati a un maggior rischio di sviluppare in futuro una demenza. L’associazione appare significativa specialmente per la demenza vascolare, dovuta cioè al danneggiamento dei vasi sanguigni (ad esempio a causa di ictus, emorragie o arteriosclerosi). 
 

Riferimenti 

  • Norling AM et al. Arterial stiffness moderates the link between NfL and cognition: The IGNITE study. Alzheimers Dement 2025 Aug;21(8):e70554. doi: 10.1002/alz.70554.
  • Young Hee Jung, Jonguk Kim, Kyung-Do Han, Jeong-Yoon Lee, Dae Young Cheon, Jae-Sung Lim, Minwoo Lee, Dementia risk across blood pressure categories: a South Korean nationwide study, European Heart Journal, 2025;, ehaf840, https://doi.org/10.1093/eurheartj/ehaf840