Solitudine e isolamento sociale: rischia anche il cuore

Più di quarant’anni di ricerche segnalano il rischio correlato alla ridotta connessione sociale per la salute, inclusa quella cardiovascolare. Non è un caso se l’Organizzazione Mondiale della Sanità abbia riconosciuto solitudine e isolamento sociale come un problema prioritario per la salute pubblica.
Si parla di isolamento sociale e di solitudine, due diversi parametri utilizzati negli studi degli ultimi anni: il primo più oggettivo, il secondo più soggettivo.
Che cosa succede alle persone sole o socialmente isolate?
Alcune indagini ben fatte, sebbene non sempre conclusive, mostrano un aumento del rischio di incorrere in un infarto del miocardio, in un ictus oppure in uno scompenso cardiaco.
Già alcune importanti istituzioni scientifiche (come l’American Heart Association) invitano i medici a chiedere ai loro assistiti quanto spesso si intrattengono in relazioni sociali e se sono soddisfatti del livello di interazione con amici e parenti o con persone che condividano gli stessi interessi.
Le ricerche che indagano questo fenomeno osservano che quando isolamento e solitudine sono presenti ci sono maggiori probabilità di incorrere in eventi cardiovascolari anche pericolosi per la vita. In sostanza, l’impoverimento delle relazioni sociali sembra aprire la strada ad effetti comparabili o anche maggiori rispetto ai fattori di rischio tradizionali.
Un problema che non va assolutamente sottovalutato anche perché, dopo la pandemia COVID-19 la “salute sociale”, come a volte viene chiamata, è peggiorata. L’epicentro riguarda gli anziani: secondo gli ultimi dati dell’Istituto Superiore di Sanità, una persona over-65 su sette è a rischio di isolamento sociale.
Quali sono i meccanismi biologici?
I ricercatori si chiedono quali siano i meccanismi biologici che motivano questo maggior rischio. In realtà, le spiegazioni ci sono anche se devono essere approfondite. Tra quelli più probabili vi sono l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA) e l’attivazione del sistema nervoso simpatico in risposta allo stress. A lungo andare lo stress può danneggiare il sistema cardiovascolare. Un altro filone di ricerca valuta la proteomica, cioè le proteine circolanti nel sangue che aumentano quando le persone si sentono sole o isolate socialmente: in alcuni casi sono le stesse proteine associate all’aumento del rischio cardiovascolare.
Riferimenti
- American Heart Association Newsroom (2022) Social isolation and loneliness increase the risk of death from heart attack, stroke.
Fonte: https://newsroom.heart.org/news/social-isolation-and-loneliness-increase-the-risk-of-death-from-heart-attack-stroke - European Society of Cardiology (2018). Loneliness is bad for the heart.
Fonte: https://www.escardio.org/The-ESC/Press-Office/Press-releases/loneliness-is-bad-for-the-heart - Freak-Poli R et al. (2021). “Social isolation, social support and loneliness as predictors of cardiovascular disease incidence and mortality”. BMC Geriatr 21, 711. https://doi.org/10.1186/s12877-021-02602-2
- Istituto Superiore di Sanità (2024). Il 28% degli over 65 è una risorsa per familiari e società, ma è a rischio di isolamento sociale 1 persona su 7.
Fonte: https://www.iss.it/-/il-28-degli-over-65-e-una-risorsa-per-familiari-e-societa-ma-e-a-rischio-di-isolamento-sociale-1-persona-su-7 - World Health Organization (2025). Social Isolation and loneliness.
Fonte: https://www.who.int/teams/social-determinants-of-health/demographic-change-and-healthy-ageing/social-isolation-and-loneliness