Una buona salute mentale riduce il rischio cardiovascolare

I rischi che la salute mentale può comportare per il sistema cardiovascolare non vanno trascurati. Su questo punto si impegna da tempo l’European Society of Cardiology (ESC) che ha recentemente pubblicato un nuovo documento di consenso clinico e avviato un progetto ad hoc (TO_AITION Project) che si concluderà alla fine di quest’anno. 
 

 

Mente e cuore

Il link tra salute mentale e cardiovascolare
Ormai è chiaro che una buona salute mentale impatta positivamente sulla salute cardiovascolare. Chi soffre di patologie mentali, come depressione, ansia, disturbo bipolare o schizofrenia, è esposto a un maggior rischio di contrarre malattie cardiovascolari (CVD). Questo è particolarmente vero per le patologie indicate con la sigla SMI (Severe Mental Illness), ovvero malattie mentali severe. 
E viceversa, è altrettanto vero che dover sopportare una malattia acuta o cronica cardiovascolare peggiora le pre-esistenti condizioni mentali. Un paziente su tre con malattie cardiovascolari sperimenta una forma di depressione e uno su due va incontro a eventi cardiaci, come riporta la Società Cardiologica Europea. Quando la stessa persona è alle prese sia con una malattia cardiovascolare che malattie mentali la prognosi per entrambe le condizioni è più sfavorevole. Inoltre, alcuni farmaci prescritti per le SMI potrebbero aumentare il rischio cardiovascolare attraverso un’interferenza sul metabolismo e sulla colesterolemia.

Superare lo stigma
Non solo: chi si trova a far fronte a una patologia mentale è svantaggiato dal punto di vista economico e sociale. Spesso deve affrontare stigma, stereotipi sociali, pregiudizi e difficoltà economiche. Le persone con disordini mentali, e particolarmente le SMI, sono più vulnerabili e hanno meno probabilità di ricevere una diagnosi e un trattamento adeguato.
 

Cosa possiamo fare?
Consideriamo innanzitutto, come dice l’ESC, che avere una SMI apre la strada a un maggiore rischio cardiovascolare. Può succedere perché le SMI riducono le nostre risorse, l’energia, la motivazione portando a stili di vita deleteri. Più difficile trovare un supporto. Di conseguenza, si perdono per strada le prime azioni per salvaguardare la nostra salute cardiovascolare.

  • Si rimane a casa sulla poltrona o sul divano senza un regolare esercizio fisico.
  • Si fuma di più, si beve più alcol.
  • Si mangia in modo disordinato, non mettendo in atto le norme alimentari di base per la prevenzione cardiovascolare. Può conseguire un eccessivo aumento del peso corporeo che, a sua volta, concorre al rischio cardiovascolare.  

Su questi punti si può e si deve intervenire, soprattutto se abbiamo già ricevuto una diagnosi di malattia cardiovascolare. Depressione, ansia e stress, in questo caso, sono più frequenti.

Di fatto, gli esperti dell’ESC consigliano di riferirsi a un team di professionisti (Psycho-cardio team) se soffriamo di malattie cardiovascolari e/o mentali. Non restiamo con le mani in mano: parliamone con cardiologi, psichiatri, psicologi, medici di medicina generale, infermieri, assistenti sociali. 
Potremmo ricevere un aiuto importante.

Ricerca in corso
Nel frattempo l’Unione Europea e l’ESC si adoperano nel portare a termine il progetto TO_AITION, pensato per indagare le cause biologiche comuni a ,alattie cardiovascolari e depressione. L’indagine si serve di un’ampia gamma di tecniche analitiche, compresa l’intelligenza artificiale, per identificare nuovi biomarker, strumenti diagnostici e predittivi per coltivare la prevenzione, e migliorare la prognosi e la terapia. 
Vi terremo informati sugli sviluppi di questa ricerca, che si concluderà a fine anno.
 

Riferimenti