NEWSLETTER n. 7 – 13 DICEMBRE 2024
13/12/24
PRESSIONE SOTTO CONTROLLO
Prevenzione cardiovascolare “su misura”

Che cos’è la pressione arteriosa?
È la pressione esercitata dal sangue sulle pareti delle arterie in seguito all’azione di pompa del sangue in due diversi momenti del ciclo cardiaco. Quando il cuore si contrae per spingere il sangue nelle arterie si sviluppa una pressione “massima” (la pressione sistolica), che dipende dall’efficienza della pompa cardiaca e dall’elasticità dei vasi sanguigni. Nella fase in cui il cuore si rilassa permettendo al sangue di rientrare al suo interno, si produce invece una pressione “minima” (la pressione diastolica).
Queste due fasi, contrazione e rilassamento del muscolo cardiaco, si ripetono a ogni battito del cuore. Per misurare la pressione arteriosa, si rilevano quindi due diversi parametri (massimo e minimo) espressi in millimetri di colonna di mercurio (mmHg).
Che cos’è l’ipertensione arteriosa?
La pressione arteriosa ottimale è stabilita su valori vicini a 130 mmHg per la pressione sistolica e 80 mmHg per la diastolica. Questi livelli ottimali, però, possono variare, ad esempio in base all’età del paziente o nel caso in cui sia presente un’ipertensione sistolica isolata, ovvero se si registra l’aumento della sistolica mentre la diastolica è normale.
Quando questi livelli sono stabilmente pari o superiori a 140 mmHg per la sistolica e 90 mmHg per la diastolica si parla di ipertensione per la quale, secondo le ultime linee guida della Società scientifica europea dell’ipertensione, il medico può prescrivere una terapia con i farmaci.
Anche nel nostro Paese, l’ipertensione colpisce una larga parte della popolazione, ben il 31% secondo i dati riportati dalla Società Italiana dell’Ipertensione Arteriosa.
Perché l’ipertensione fa male al nostro corpo?
Una pressione eccessiva all’interno delle arterie crea uno stress alle pareti del cuore e dei vasi sanguigni. A lungo andare, questo sforzo causa seri danni agli organi, a cominciare dal cuore.
L’ipertensione arteriosa è infatti uno dei maggiori fattori di rischio cardiovascolare: la presenza di valori pressori elevati espone a una maggiore probabilità di incorrere in ictus, infarto miocardico, scompenso cardiaco, ipertrofia ventricolare sinistra, insufficienza renale e altre patologie.
La buona notizia è che l’ipertensione si può ridurre, dapprima attraverso interventi sullo stile di vita e, qualora non si ottengano risultati tangibili, tramite il ricorso alla terapia farmacologica. Per questo motivo si considera un fattore di rischio modificabile.
I valori pressori rientrano dunque tra i tanti fattori che guidano la valutazione del rischio cardiovascolare, insieme all’età, il sesso, i livelli di colesterolo, l’abitudine al fumo.
CVrisk-IT e l’ipertensione
Lo studio CVrisk-IT della Rete Cardiologica IRCCS si pone l’obiettivo di studiare i fattori di rischio cardiovascolare di 30.000 individui sani . Tra i fattori di rischio valutati sarà ovviamente compresa anche l’ipertensione arteriosa.
L’obiettivo dello studio è quello di sottoporre circa 12.000 persone per studiare la loro condizione di rischio attraverso l’analisi genetica e/o esami diagnostici di imaging non invasivi per verificare lo stato delle coronarie e dell’arteria carotide.
I partecipanti valutati ad “alto rischio”, riceveranno le cure necessarie. Gli altri, classificati a rischio “basso-moderato” o “alto” saranno suddivisi casualmente in quattro gruppi: uno di controllo e tre di “intervento” per indagare il rischio cardiovascolare, ottenuto integrando le nuove informazioni derivanti dalle analisi di dati genetici e/o di imaging (immagini di valore clinico per valutare il rischio a cui siamo esposti).
Da queste nuove informazioni potranno derivare consigli per modificare gli stili di vita o proporre trattamenti sempre più personalizzati per la prevenzione cardiovascolare.