Avere una vita attiva è possibile anche in età avanzata

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La sedentarietà è un fattore di rischio cardiovascolare che aumenta con l’età

Con l’avanzare dell’età, la tentazione di restare seduti comodi sul divano si fa più forte. È fisiologico rallentare, ridurre le uscite, accorciare i percorsi. E quel che sembra un gesto innocuo si consolida, giorno dopo giorno, fino a diventare un fattore di rischio. Ma il nostro corpo continua ad avere bisogno di movimento per mantenersi in salute, anche dopo i 70, gli 80 o i 90 anni. 

La sedentarietà, spesso sottovalutata, aumenta in modo significativo con l’avanzare dell’età. I dati raccolti dalla sorveglianza PASSI d’Argento, promossa dall’Istituto Superiore di Sanità, ci dicono che più della metà degli over 65 è sedentaria. E tra gli over 85 che riescono ancora a camminare la percentuale di chi non svolge nessuna attività fisica sale al 61%. Significa che sei persone su dieci non si muovono abbastanza nemmeno per le attività più leggere, come fare una passeggiata.

Anche il contesto sociale influisce sulla sedentarietà

A influire su questa tendenza non è solo l’avanzare dell’età, ma anche il contesto sociale. Le persone con un basso livello di istruzione, con difficoltà economiche o che vivono da sole risultano molto più esposte al rischio di inattività. L’isolamento, la mancanza di stimoli o la semplice convinzione di “non essere più in grado” possono rafforzare l’idea che sia normale smettere di muoversi. Ma il nostro corpo continua ad avere bisogno di movimento per mantenersi in salute, anche dopo i 70, gli 80 o i 90 anni.

Come mantenersi attivi con l’avanzare dell’età

Per ottenere benefici concreti non è necessario strafare. Non servono palestre, né programmi di allenamento strutturati. È sufficiente inserire nel quotidiano un po’ di attività fisica leggera e regolare. Per la maggior parte degli anziani attivi il

movimento arriva dalle faccende di casa, dalla cura dell’orto o del giardino, da brevi spostamenti a piedi per fare la spesa o per vedere amici e parenti.

Secondo PASSI d’Argento, oltre l’80% dell’attività fisica tra gli anziani che si muovono è di tipo “domestico” o “funzionale”. E va bene così. Perché anche queste attività, se svolte in modo regolare, aiutano a mantenere in salute il sistema cardiovascolare: abbassano la pressione, migliorano la circolazione, riducono il rischio di diabete e sovrappeso, e contribuiscono al benessere psicologico. Non a caso, l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda almeno 150 minuti a settimana di attività fisica moderata anche per gli over 65, personalizzando gli obiettivi in base alle condizioni di salute.

Il messaggio è semplice: ogni forma di movimento conta. Camminare ogni giorno, fare le scale, spostarsi a piedi o in bici, prendersi cura della casa o del giardino, tutto fa parte di uno stile di vita attivo, capace di contrastare gli effetti del tempo. E spesso, dietro questi piccoli gesti, si nascondono anche relazioni, abitudini, motivazioni che aiutano a sentirsi utili, vivi, presenti.

Invecchiare non significa arrendersi all’immobilità. Significa adattarsi, certo, ma senza rinunciare a quel minimo di movimento che può davvero fare la differenza. Anche (e soprattutto) per il cuore.

Bibliografia