Consumo di alcol: fa sempre male?
22/05/25

L'alcol è una sostanza psicoattiva che, sebbene socialmente accettata, ha effetti ben documentati sulla salute cardiovascolare. Le principali categorie di bevande alcoliche sono gli alcolici, i vini, le birre e sidri. Secondo le ultime stime dell'OMS, nel 2019 nel mondo c'erano 2,5 miliardi di persone di età superiore ai 15 anni che facevano uso di bevande alcoliche.
Ma in un contesto mondiale in cui le malattie del cuore rappresentano la principale causa di morte, la prevenzione primaria delle malattie cardiovascolari non può ignorare l'impatto del consumo alcolico, anche moderato, come fattore di rischio di tali patologie.
Impatto clinico: cosa succede al cuore
Il consumo di alcol agisce su diversi fronti del sistema cardiovascolare:
- Induce aumento della pressione arteriosa
- Interferisce con l'equilibrio elettrolitico, favorendo aritmie
- Provoca modifiche nella funzione endoteliale e nei livelli di colesterolo HDL/LDL
- Aumenta il rischio di ischemia miocardica e scompenso cardiaco
A parere dell’AIRC, chi vive in Italia non ha ridotto il consumo di alcol negli ultimi 20 anni nonostante i dati mostrino i danni provocati dagli alcolici. Nel 2022, nel nostro Paese, un uomo su 5 e poco meno di una donna su 10 hanno consumato alcol in modalità che espongono a un maggior rischio per la salute. Oltre 3 milioni di persone, pari a una persona su 20, hanno bevuto per ubriacarsi (“binge drinking”).
Una singola abbuffata alcolica, infatti, può causare episodi di "Sindrome del cuore in vacanza" (Holiday Heart Syndrome) ovvero la manifestazione di aritmie acute post consumo di alcol anche in persone giovani e sane. L'effetto cumulativo, invece, può portare a danni strutturali al miocardio e a una compromissione cronica della funzione cardiaca.
Esiste una quantità sicura?
I dibattiti in corso sugli obiettivi prioritari per le azioni di riduzione dei danni legati all'alcol si concentrano spesso sui concetti di “uso dannoso di alcol” e “consumo di alcol”. Uno dei temi in discussione riguarda la questione se qualsiasi consumo di alcol debba essere considerato dannoso per la salute e debba essere oggetto di strategie e interventi, oppure se l'attenzione debba essere focalizzata sui livelli e sui modelli di consumo di bevande alcoliche associate a danni o rischi sensibilmente maggiori per la salute e il benessere, sostenendo le persone nel loro comportamento di non consumo.
In un recente studio, per esempio, i ricercatori hanno esaminato l'associazione tra il consumo di vino e il rischio di malattie cardiovascolari in persone a rischio elevato, seguendo una dieta mediterranea. Utilizzando l'acido tartarico urinario come biomarcatore oggettivo del consumo di vino, i ricercatori hanno scoperto che un consumo leggero-moderato di vino (definito come mezzo o un bicchiere al giorno) era associato a una riduzione del 50% del rischio di eventi cardiovascolari gravi. Tuttavia, questo effetto protettivo non era presente nei partecipanti che consumavano più di un bicchiere al giorno.
È importante notare che, sebbene lo studio suggerisca un potenziale beneficio del consumo moderato di vino in un contesto di dieta mediterranea, l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) mantiene la posizione che non esista un livello sicuro di consumo di alcol, poiché anche piccole quantità possono aumentare il rischio di vari problemi di salute.
L'alcol è classificato come cancerogeno certo (classe 1 IARC), per questo motivo l'OMS lo considera non sicuro a qualsiasi dose indipendentemente dai suoi minimi potenziali effetti positivi sul sistema cardiovascolare.
Le decisioni sul consumo di alcol dovrebbero essere prese considerando attentamente i benefici e i rischi individuali, preferibilmente in consultazione con un professionista sanitario.
L’importanza dell’informazione
Informarsi correttamente su fonti affidabili è la base della prevenzione primaria, perché scegliere le azioni da compiere per la propria salute basandosi su informazioni chiare ed esaustive può avere un impatto diretto sulla salute di domani. Ridurre il consumo di alcol non significa rinunciare al piacere, ma fare spazio a un benessere più profondo, duraturo e coerente con una visione rispettosa della propria salute.
Riferimenti
- AIRC (2025) Alcol e salute: un nuovo rapporto globale dell’OMS conferma i rischi degli alcolici. Fonte: https://www.airc.it/news/alcol-e-salute-un-nuovo-rapporto-globale-delloms-conferma-i-rischi-degli-alcolici#:~:text=Nel%202023%20l'Organizzazione%20mondiale,consumare%20per%20nulla%20bevande%20alcoliche. Ultima consultazione: 21/05/2025
- Domínguez-López et al. (2024). Urinary tartaric acid as a biomarker of wine consumption and cardiovascular risk: the PREDIMED trial’, European Heart Journal, https://academic.oup.com/eurheartj/article-lookup/doi/10.1093/eurheartj/ehae804
- Jain et al. Holiday Heart Syndrome. [Aggiornato al 16/01/2024]. In: StatPearls [Internet]. Treasure Island (FL): StatPearls Publishing; 2025 Jan.. Fonte: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK537185/
- WHO (2024). Global status report on alcohol and health and treatment of substance use disorders. Fonte: http://iris.who.int/bitstream/handle/10665/377960/9789240096745-eng.pdf?sequence=1 Ultima consultazione: 21/05/2025