Il rumoroso nemico del cuore: il legame tra inquinamento acustico e salute cardiovascolare

Inquinamento acustico e cuore: come il rumore danneggia la salute cardiovascolare
Anche il silenzio è una forma di prevenzione cardiovascolare; infatti, oltre a infastidire e provocare danni all’udito, il rumore può diventare un pericolo per il cuore. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’inquinamento acustico – in particolare quello causato dal traffico stradale – è la seconda causa ambientale di danno alla salute umana, subito dopo l’inquinamento dell’aria.
Rumore e danno al sistema cardiocircolatorio: perché succede
Esporsi ogni giorno a livelli elevati di rumore (sopra i 55 decibel di giorno e i 50 decibel di notte, secondo le Linee Guida dell’OMS 2018) può aumentare il rischio di sviluppare ipertensione, aterosclerosi e altre malattie cardiovascolari. Perché il rumore fa male anche al sistema circolatorio?
La risposta è nello stress. Il rumore cronico attiva il sistema nervoso simpatico, che spinge l’organismo a produrre ormoni come adrenalina e cortisolo. Questi ormoni, in condizioni normali, sono utili per affrontare situazioni di pericolo ma nel tempo aumentano la pressione sanguigna e la frequenza cardiaca. Insomma, mettono il cuore sotto pressione.
Il problema si aggrava soprattutto di notte, quando il rumore interferisce con la qualità del sonno: dormire male per lunghi periodi è un fattore di rischio importante per l’ipertensione e altre patologie cardiovascolari. Inoltre, lo stress cronico legato all’esposizione continua al rumore favorisce lo sviluppo di placche aterosclerotiche nelle arterie, aumentando il rischio di infarto, ictus e altre complicazioni.
Si possono prevenire i danni dell’inquinamento acustico?
Secondo i dati dell’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA), oltre il 20% dei cittadini europei è esposto ogni giorno a livelli di rumore considerati dannosi per la salute. Per questo motivo, l’Unione Europea ha incluso tra gli obiettivi del piano d’azione “Inquinamento Zero” la riduzione del 30% del numero di persone cronicamente esposte all’inquinamento acustico entro il 2030, rispetto ai livelli del 2017.
Nel frattempo, anche nel nostro piccolo possiamo fare qualcosa per proteggerci. Alcune strategie utili includono:
- usare tappi per le orecchie o cuffie isolanti, se si lavora o si vive in ambienti rumorosi,
- migliorare l’insonorizzazione della casa con infissi isolanti o materiali fonoassorbenti,
- sostenere e promuovere politiche urbane sostenibili, come le zone a traffico limitato o la realizzazione di piste ciclabili, che riducono il traffico e quindi anche il rumore nelle città.
Importante è poi mantenere uno stile di vita sano e fare controlli periodici per prevenire il più possibile l’insorgenza delle malattie cardiovascolari, soprattutto se si vive in un contesto maggiormente esposto al rumore.