PREVENZIONE CARDIOVASCOLARE ANCHE IN ETÀ AVANZATA

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Non c’è dubbio che il rischio di sviluppare una malattia cardiovascolare aumenti con l’età, così come di avere una condizione di comorbidità, ovvero la presenza di più patologie concomitanti nella stessa persona. 

Eppure, la prevenzione può sempre dare un importante contributo per evitare di andare incontro a eventi come infarto miocardico o ictus, anche se abbiamo già superato la soglia dei 65-70 anni. Ciò è importante, perché si stima che, entro il 2050, la percentuale degli anziani over-65 aumenterà ancora passando dall’11% al 22% della popolazione totale.

Certamente non possiamo ringiovanire e l’avanzare dell’età viene di per sé considerato un fattore che espone a un maggior rischio cardiovascolare: un fattore di rischio non modificabile. Possiamo, però, fare molto per metterci al riparo dalle conseguenze negative dell’invecchiamento. Vediamola in maniera diversa: se è vero che l’anagrafe testimonia inesorabilmente la nostra età, è anche vero che la ricerca sottolinea l’importanza dell’invecchiamento biologico: in altre parole, alla stessa età i segni dell’invecchiamento possono essere più o meno evidenti e in accelerazione. E sicuramente anche il rischio cardiovascolare cui siamo esposti può variare tra persona e persona della stessa età. 

Che fare quindi se abbiamo un’età superiore ai 65 anni? Innanzitutto è sempre bene adottare le buone abitudini. Smettere di fumare, perseguire una dieta salutare, fare attività fisica secondo le proprie capacità non andando oltre quanto il nostro organismo può sopportare.  

Come per i più giovani, è certamente raccomandato controllare i classici fattori di rischio cardiovascolare, come la colesterolemia o l’ipertensione: le linee-guida europee adottano lo SCORE2-OP, dove OP sta per Older People, appositamente disegnato per le persone di età superiore o uguale a 70 anni che non hanno mai avuto una malattia di cuore e arterie. 

Questo score è importante per valutare il rischio di incorrere in eventi cardiovascolari negli anziani a 5 e 10 anni: importante perché se il rischio è eccessivo, è giusto prendere opportuni provvedimenti (anche un trattamento farmacologico per ipertensione e ipercolesterolemia, ad esempio). Ecco perché lo studio CVrisk-IT, cui possono partecipare persone fino a 80 anni d’età, utilizza in prima battuta lo SCORE2-OP: si stima il rischio di ognuno di noi e, in base ai risultati, si prendono decisioni su base individuale. Si potrà anche essere sottoposti a indagini genetiche e di imaging non invasive, del tutto sicure: in questo modo possiamo dare anche un importante contributo alla ricerca per migliorare la prevenzione. 

Un consiglio: è bene farsi seguire da un medico, o da un team multidisciplinare, che sappia valutare i rischi cui siamo esposti e tradurli in azioni concrete per la nostra salute. In età avanzata possiamo soffrire di diverse patologie - non solo cardiovascolari (comorbidità) - assumere molti farmaci in situazioni cliniche complesse (politerapia) o avere una fragilità. Bisogna tenerne conto ma questo non deve ostacolare la prevenzione cardiovascolare, che è valida per tutte le età. Ecco un altro buon motivo per aderire allo studio CVrisk-IT.

Riferimenti

  • GBD 2019, Global Burden of Disease Study 2019. Socio-Demographic Index (SDI) 1950–2019. https://ghdx.healthdata.org/record/ihme-data/gbd-2019-socio-demographic-index-sdi-1950-2019
  • Heart Disease and Stroke Statistics-2009 Update. From NHANES 2005-2006ISTAT, Rapporto annuale 2023. https://www.quotidianosanita.it/allegati/allegato1688977735.pdf
  • Lettino M et al. Cardiovascular disease in the elderly: proceedings of the European Society of Cardiology - Cardiovascular Round Table. European Journal of Preventive Cardiology (2022) 29, 1412–14241
  • SCORE2-OP. SCORE2-OP risk prediction algorithms: estimating incident cardiovascular event risk in older persons in four geographical risk regions. Eur Heart J 2021 Jul 1;42(25):2455-2467
  • Visseren FLJ et al. ESC Scientific Document Group. 2021 ESC Guidelines on cardiovascular disease prevention in clinical practice. Eur Heart J 2021;42:3227–3337.