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Meno infiammazione, meno rischi cardiovascolari

L’infiammazione sistemica, di cui spesso non ci accorgiamo, contribuisce ad aumentare il rischio cardiovascolare. Anche quella di basso grado, a lungo andare, può esporci a eventi come l’infarto del miocardio o allo sviluppo di scompenso cardiaco e pericarditi. Il lato positivo è che possiamo fare molto per ridurre il nostro stato infiammatorio.

Una buona salute mentale riduce il rischio cardiovascolare

Ormai è chiaro che una buona salute mentale impatta positivamente sulla salute cardiovascolare. Al contrario, le patologie mentali – a cominciare da ansia e depressione – possono aumentare i rischi cardiovascolari cui siamo esposti, spingendo, tra le altre cose, ad adottare stili di vita non salutari che impattano ulteriormente sulla salute del cuore. 

Ecco cosa consiglia la European Society of Cardiology.

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Il Long Covid e i rischi per il cuore

Dopo essersi ammalate di Covid-19, alcune persone continuano a manifestare sintomi anche per lungo tempo. Si tratta della Sindrome Post Covid-19, chiamata in inglese Long Covid. Una situazione da non sottovalutare, che coinvolge anche la nostra salute cardiovascolare. Anche le organizzazioni dei cardiologi europei consigliano: se i sintomi persistono troppo a lungo è opportuno farsi visitare da un medico. 

Ma quali sono i segnali da tenere d'occhio?

Tè e protezione cardiovascolare

Bere regolarmente tè nero potrebbe proteggere il cuore. Un nuovo studio che ha analizzato 14 ricerche precedenti – per quasi un milione di casi totali - mostra che chi consuma abitualmente tè nero riduce in media dell'11% il rischio coronarico.

Non solo: l'effetto protettivo cresce all'aumentare delle tazze. Più tè si beve, maggiore è la riduzione del rischio.

Cuore, il paradosso della campagna

Chi vive in campagna presenta più spesso fattori di rischio cardiovascolare rispetto a chi vive in città. È il risultato di uno studio che ha analizzato 37 ricerche (per un totale di 40 milioni di individui) concludendo che i pazienti colpiti da infarto miocardico acuto o insufficienza cardiaca hanno in media esiti clinici meno favorevoli se vivono in aree rurali rispetto rispetto a quelli che abitano in zone urbane.

Schubert e la pressione arteriosa

La musica classica – ma non solo - sembra avere un effetto nel regolarizzare la pressione arteriosa. Uno studio presentato all’ultimo congresso della Società europea di cardiologia da una professoressa di Ingegneria del King’s College – e pianista – rivela che la pressione sanguigna tende a sincronizzarsi con le variazioni di volume della musica. Particolarmente efficace è risultata la Serenade di Franz Schubert nella versione trascritta da Franz Liszt. 

La nuova piramide alimentare: cosa cambia con le ultime ricerche

La Società Italiana di Nutrizione Umana ha recentemente aggiornato la piramide alimentare per tener conto delle ultime conoscenze sul ruolo della dieta mediterranea nella prevenzione delle malattie croniche non trasmissibili , come molte patologie cardiovascolari. Si tratta di uno strumento visivo che aiuta a capire quali alimenti privilegiare e quali limitare e che chiarisce alcuni dubbi su prodotti come i latticini, le carni rosse e il caffè. 
 

Annual Meeting Rete Cardiologica 2025

Approcci integrati per una prevenzione cardiovascolare personalizzata

21-22 novembre 2025 - Roma